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mercoledì 28 marzo 2012

Seo: Il Panda dei contenuti resta, ma con un sguardo verso il troppo Seo.

Seo: Il Panda dei contenuti resta, ma con un sguardo verso il troppo Seo.

E' ormai una notizia che sta rimbalzando sulla rete, come una meteora che non lascia nessuno indifferenti. 

Questa volta le parole di Cuttus riferite alle penalizzazioni per il troppo Seo sono realtà.
Non si tratta di un'ennesima strategia anti-seo, vedi la frase ormai obsoleta che affermava la morte del Seo. Questa volta ci troviamo di fronte a qualcosa di veramente strano,  google vuole penalizzare i siti troppo ottimizzati, cosa difficile da gestire per il Sem e per tutti gli studiosi Seo.

Come mantenere le relazioni sui social? Come operare azioni di scambio link, di google adwords?  Come gestire i contenuti di una pagina web, e mantenere alla stesso tempo la giusta densità di keyword per scappare alle penalizzazioni? 

La risposta forse e nel mezzo, forse esiste un margine di connessione tra il "contenuto"  tanto citato da google e le relazioni sempre più insistenti su google+, una ruota che gira intorno al leader dei motori di ricerca.

Oggi più che mai, queste affermazioni mettono in ansia gli esperti Seo, un Seo che sta diventando un hobby, senza misura, e forse per questo che google ha deciso di mettere da parte chi del Seo non ne fa passione. Google è come se abbia deciso di eliminare i Webspam.

Da google panda, ai social, dai contenuti alle troppe strategie Seo, la parola d'ordine del nuovo Google è qualità.

Stando a quello che dice Matt Cuttus, referente google, e nell'oggetto capo sezione Anti Webspam di Google, siti troppo ottimizzati potrebbero essere penalizzati. Questo per portare un vantaggio agli utenti che avranno una maggior possibilità di vedere siti con contenuto originale piuttosto che siti che copiano o estraggono in contenuti dai siti originali, magari senza inserire riferimenti (questo è un discorso a parte, che vede coinvolti scrittori del web e webdesign).

Le cosiddette "content farm",  siti con un numero elevato di parole chiave, siti che fanno uso eccessivo di link e a volte utilizzano anche tecniche SEO non proprio lecite o convenzionali, "rubando" il posto ad altri siti fanno perdere tempo agli utenti, per questo google vuole dettare nuove regole, sfruttando l'analisi semantica del web stesso.

Una analisi dettata dal miglioramento della semantica, una analisi che vede le sue radici nel "google search engine", o meglio una ricerca di quello che gli utenti effettivamente vogliono, prendendo spunto anche dai social (SMM).

Forse il fatto che Google stia preparando una piattaforma per i commenti, una piattaforma su siti terzi focalizzata sulle identità basate su G+ e Google Account, significa che vuole dare forza e peso alle sue future penalizzazioni.

Vorrei aprire una parentesi su G+, non si tratta di un portale social che vuole spiare la gente, o mettere in mostra le nostre avventure personali, ma è un contenitore, forse più evoluto di FB in termini strutturali, un contenitore che vuole captare quello che noi siamo, e trasformarlo in un migliore risultato nei motori di ricerca.

Tornando a noi, stiamo parlando di penalizzazioni che Google da sempre attua, per l'interesse di mantenere un giusto equilibrio tra i propri algoritmi e i responsabili SEO. 

Come motore di ricerca che decanta il fatto di riportare tra i primi i risultati migliori, non può non tutelarsi nei confronti di chi cerca a tutti i costi di realizzare contenuti ottimizzati.

Spesso la qualità del contenuto ne risenta a favore di un puro e semplice bombardamento di parole chiave che va poco d’accordo con l’interesse dell’utente finale, un marketing virale contorto.

Cutts nel suo ultimo intervento ha posto l’accento sul boom degli strumenti di social media utilizzati per ottenere i migliori risultati nei motori di ricerca, affermando che Google si muoverà per elaborare un nuovo algoritmo in grado di scovare i contenuti elaborati con il solo scopo di ottimizzare. Sempre se questo algoritmo non è già attivo, google ci sorprende sempre di più.
 
Per capirci meglio vi riporto l'intervento di Cuttus:

 “Parliamo di chi ottimizza in modo davvero pesante facendo un sacco di SEO. Normalmente non annunciamo in anticipo le modifiche, ma ultimamente stiamo lavorando a qualcosa che verrà rilasciato fra poche settimane/mesi. Stiamo cercando di livellare un po’ il campo di gioco a favore di chi lavora per creare ottimi contenuti e ottimi siti, rispetto a chi eccede con l’ottimizzazione e con la SEO. Stiamo cercando di rendere il Googlebot più furbo/intelligente, migliorare la rilevanza e anche cercare coloro che esagerano con le parole chiave all’interno di una pagina o con lo scambio, andando oltre a quello che normalmente ci si aspetterebbe. Ci sono molti ingegneri del mio team che ci stanno lavorando.”
 
G ià 3 anni fa Matt Cutts parlò di sovra ottimizzazione, ma in quell’occasione disse che  l’over-optimization non sia una cosa buona e giusta  ma google non aveva una penalizzazione ad hoc.
I tempi sono cambiati, e dopo il panda, gli scraper e l’eccesso di banner above the fold, oggi Google è pronto per pizzicare chi esagera con la SEO...

Google penalizza la troppa SEO?

Non posso affermare che chi fa SEO, debba fermarsi, ma per il momento basta creare contenuti che siano in grado di scalare la serp, collaborazioni virtuali sensate e attività social neutre, il tutto nel rispetto dell'utente, e siamo sempre alle solite.... gli onesti (nel nostro caso, gli esperti SEO) non dovranno temere!!!

dott. Angelo Raffaele Mastropierro

Google prepara una piattaforma per i commenti

Google prepara una piattaforma per i commenti

Google sta preparando una piattaforma per i commenti su siti terzi focalizzata sulle identità basate su G+ e Google Account.

Google non intende lasciare a Facebook una posizione privilegiata in un ambito potenzialmente interessante quale quello dei commenti online. Facebook è attivo in questo ambito ormai da alcuni mesi, mentre Google ha tardato a causa delle difficoltà con cui ha approcciato il mondo social. Ora però il gruppo potrebbe avanzare la propria proposta e le prime indicazioni provengono da una conferenza tenutasi in Arabia Saudita e nel corso della quale sarebbero state discusse alcune novità delle future strategie di Mountain View.
Così come Facebook, anche Google potrebbe porre in essere una piattaforma per i commenti da mettere a disposizione di terze parti interessate ad adottare un sistema di questo tipo (un semplice codice da copiare sul proprio sito e il servizio è attivo). Il baricentro dell’intero progetto è quello dell’identità, da considerarsi come corrispettivo digitale della persona fisica e come fonte di contenuti da cui attingere per arricchire profili, account, opzioni e servizi. Circondando l’identità dei suoi contatti e dei suoi contenuti, infatti, consente all’utente di avere a disposizione un servizio migliore ed al tempo stesso consentirebbe a Google di avere molte più informazioni sulle attività, gli interessi ed altre informazioni relative alle singole identità certificate. Il tutto, se offerto a terze parti, moltiplicherebbe in modo esponenziale a diffusione dei profili G+ e l’attività di affinamento dei profili stessi.
Al momento non è dato sapersi quando tale servizio sarà disponibile, ma fin da subito è facile intuire una funzionalità peculiare che Facebook fino ad oggi aveva osteggiato: l’indicizzazione dei commenti all’interno del motore di ricerca di Mountain View. Facebook intende infatti trattenere per sé i contenuti, evitando di fornirli in pasto agli algoritmi di Google, mentre Google può avere buon gioco ad approfittare di questa situazione per portare avanti un servizio proprio che, a stretto giro di posta, potrebbe restituire ai siti Web miglior indicizzazione e vantaggi correlati in termini di posizionamento.
I commenti made-in-Facebook potrebbero così avere maggior valenza “social”, mentre i commenti made-in-Google potrebbero avere maggior valenza SEO. In questo quadro sarà interessante osservare Disqus ed altri servizi omologhi i quali (per primi interessatisi ad una miglior organizzazione dei servizi di commento per i siti interessati ad ospitare con facilità opzioni complesse e strutture affidabili) vedono ora il proprio campo d’azione invaso da due nomi di sicuro ingombro.

Seo 2012: l'infografica con i principali trend e buzz sull'ottimizzazione del siti web

Seo 2012: l'infografica con i principali trend e buzz sull'ottimizzazione del siti web

Martedì 27 Marzo 2012, 13:16 in web di
 
Ranking umanizzato, mobile search, qualità sì, quantità meno, voice search e tante altre tendenze per capire come sarà il Seo 2012.
seo-2012-google.jpeg La parola chiave del Seo 2012? Tasso di conversione, alias CRO, ovvero Conversion Rate Optimization. Il CTR del numero 1 dei risultati continuerà a perdere efficacia. Invece salgono il voice search e il mobile search. Ma sono soltanto alcuni dei principali trend del Seo 2012. Continua a leggere per scoprirli tutti.
Sarebbe bello utile trovare una parola chiave per focalizzare il Seo 2012: forse meglio due: mobile e personal. Che non sono esattamente coincidenti con il sacro totem "social". Ma connotano un fascio di tendenze che umanizzano il Seo, costretto ad inseguire la gente nella sua mobilità quotidiana e a fare i conti con la dispersione dei dispositivi e del tipo di contenuti consumati, dal browsing alle app, dallo sharing alla curation. Human web, se ci sei, batti un colpo - pardon: un click.
SEO-Trends-in-2012.jpg
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martedì 27 marzo 2012

“Google sarà sempre più simile agli esseri umani”


“Google sarà sempre più simile agli esseri umani”


Il web “semantico” come sarà? «Google abbinerà le ricerche con un database che contiene milioni di “entità” – persone, luoghi e cose – che sono state pian piano accumulate nel corso degli ultimi 2 anni». Verranno favoriti anche i siti che producono contenuti di qualità rispetto ai siti sovraottimizzati. Sapendo sempre di più chi siamo.

Il logo di Google a Mountain View (Afp)
Il logo di Google a Mountain View (Afp)
Mai come oggi il web ascolta e legge tra le righe. Si chiama web semantico, inteso come luogo nel quale data una domanda la risposta è condizionata dal contesto nel quale viene posta. Il più abusato degli esempi è che se io ricerco “Apple” il motore di ricerca non capisce se la domanda riguarda l’azienda Apple o la mela, perché non c’è un contesto in cui la domanda è definita. Mentre con un motore di ricerca semantico si avranno risultati più coerenti in base al contesto in cui l’analisi viene effettuata. Quindi, in un web semantico, la risposta sarà condizionata da molte altre informazioni che tengono conto del luogo da dove proviene la domanda, della persona che fa la domanda e dalla somma dei rapporti del richiedente. Il Web semantico permette di raffinare i collegamenti e la ricerca delle informazioni in maniera davvero rilevante poiché si avvale di strumenti e mezzi sempre più sofisticati.
La strada di Google verso la semantic search è iniziata diversi anni fa, recentemente le indicazioni provenienti dal management di Google si sono intensificate e portano a pensare che ci sia stata un’accelerata verso la “svolta semantica” intesa come percorsi migliori verso contenuti migliori. L’ultima dichiarazione è di Amit Singhal, vice presidente e manager di punta del settore search engine di Google: «Il motore di ricerca abbinerà meglio le query con un database che contiene milioni di “entità” – persone, luoghi e cose – che sono state pian piano accumulate nel corso degli ultimi 2 anni». «La nuova ricerca sarà più simile a come gli esseri umani comprendono il mondo». L’intento di Google è quello di sviluppare nuove soluzioni per migliorare l’esperienza degli utenti che si rivolgono al motore di ricerca offrendo contenuti sempre migliori. Per far questo il colosso di Mountain View sta introducendo delle novità rilevanti anche per chi si occupa di Seo (Search Engine Optimization), cioè chi svolge attività di ottimizzazione delle pagine web con l’intento di renderle più Search Engine Friendly, attribuendo loro una posizione più elevata nei motori di ricerca.
Anche in questo caso il filo conduttore sono i contenuti di qualità. Infatti, i recenti interventi di Google, dal Panda a Google Plus hanno spinto i Seo Manager a tenere sempre più in considerazione la qualità dei contenuti da ottimizzare e pubblicizzare. Niente di nuovo dato che le indicazioni di Google hanno sempre spinto verso la qualità dei contenuti se nonché il capo del Google Webspam Team, Matt Cutts è andato oltre annunciando penalizzazioni ai siti con troppa Seo: «Parliamo di chi ottimizza in modo davvero pesante facendo un sacco di Seo. Ultimamente stiamo lavorando a qualcosa che verrà rilasciato fra poche settimane o mesi. Stiamo cercando di livellare un po’ il campo di gioco a favore di chi lavora per creare ottimi contenuti e ottimi siti, rispetto a chi eccede con l’ottimizzazione e con la Seo. Stiamo cercando di rendere il Googlebot più furbo e intelligente. Vogliamo migliorare la rilevanza e anche cercare coloro che esagerano con le parole chiave all’interno di una pagina o con lo scambio link, andando oltre a quello che normalmente ci si aspetterebbe». In parole povere Google mira a favorire quei siti che producono contenuti di qualità rispetto ai siti sovraottimizzati.
Che sia chiaro, il lavoro di chi deve ottimizzare siti web non è in discussione, ma quello che cambia sono le regole del gioco: verranno penalizzati i siti con troppe parole chiave, troppi link scambiati e acquistati. In realtà l’Oop (Over Optimization Penalty) esiste già da un po’ ma la novità è il lancio dell’aggiornamento di uno degli algoritmi di Google che mira a scandagliare le Serp (la pagina dei risultati di un motore di ricerca quando si effettua una ricerca) prestando particolare attenzione ai siti che presentano un uso massiccio delle tecniche Seo. Come sempre, i siti web colpiti sono quelli privi di contenuti di qualità e originalità.
In definitiva, i continui cambiamenti dell'algoritmo di Google, dall'acquisto di Metaweb Technologies del 2010, al web semantico fino all'introduzione di Google Plus per le ricerche mirano a rendere il GoogleBot più intelligente e in grado di migliorare la rilevanza dei risultati delle ricerche eseguite dagli utenti. Per Google si tratta di un passo di duplice valore. Da una parte, infatti, c'è una fondamentale valenza qualitativa: cambiano le regole e cambia il modo di ottimizzare i siti, chi fa Seo avrà quindi sempre più bisogno di capacità verticali che permettano di ottenere, mediante il rispetto delle linee guida classiche dell’ottimizzazione, un codice pulito al quale affiancare contenuti di valore aggiornati; dall’altro c’è una valenza tecnologica introdotta dagli algoritmi semantici che permettono di rendere maggiormente reperibili i contenuti di qualità.

fonte: linkiesta.it

Seo e la ricerca semantica



Anche se il SEO è cambiato drasticamente negli ultimi mesi, una cosa è rimasta abbastanza costante: è ‘stato guidato da parole chiave – parole chiave nella struttura URL, nei META tag, nel contenuto e nei link. In qualsiasi caso, dunque, le parole chiave sono ovunque nel SEO.  Anche tra gli aggiornamenti recenti dell’algoritmo di Google, ossia Panda, le parole chiave sono rimaste relativamente indenni. Il prossimo aggiornamento mediante il quale Google opterà per la ricerca semantica, porterà dei cambiamenti significativi, anche secondo il top executive di Google Search, Amit Singhal. Sarà aggiunto un elemento del tutto nuovo al Seo, ossia la componente umana.
Che cosa è la ricerca semantica?
La ricerca semantica utilizza l’intelligenza artificiale per capire l’intenzione del ricercatore e il significato della query piuttosto che l’analisi attraverso parole chiave come un dizionario. Quando si effettua una ricerca, Google ti dà risultati basandosi esclusivamente sul testo e sulle parole chiave che si inserisce in tale ricerca. Essenzialmente, Google ti dà il meglio di ipotesi. Quando utilizzeremo la ricerca semantica in Google, ci addentreremo nel rapporto tra queste parole, il modo in cui lavorano insieme, e tentare di capire cosa significano. Google capirà che “loro” e “sono” hnnoa due significati diversi, e quando “New” e “York” sono messi insieme, cambiano il significato. La ricerca semantica non è un concetto nuovo. Già nel 2008, si è iniziato a parlare di un linguaggio naturale basato su parole chiave per le ricerche su Google. Pare, però, che ne stiamo davvero prendendo atto solo ora. Google ne sta prendendo conoscenza solamente in questo momento, a causa della risposta Siri con Google Assistant, che uscirà su dispositivi Android entro la fine dell’anno.

fonte: tech.attualissimo.it

SEO (ottimizzazione per i motori di ricerca)

SEO (ottimizzazione per i motori di ricerca)

Con il termine SEO (Search Engine Optimization) si intende l’insieme di attività atte a migliorare la qualità di un sito web per renderlo più interessante per i motori di ricerca e di conseguenza ottenere maggiore visibilità nei risultati di ricerca per le parole chiave di interesse.
L’ottimizzazione SEO è un lavoro che va svolto a vari livelli e potrebbe interessare sia la programmazione delle pagine web dinamiche (codice asp,php, asp.net ecc…) che altri aspetti come il codice HTML, i contenuti testuali delle pagine e configurazioni avanzate dei server.
L’ottimizzazione SEO può essere richiesta al consulente in due fasi differenti:

Ottimizzazione SEO in fase progettuale

seo 1 SEO (ottimizzazione per i motori di ricerca)L’azienda ha intenzione di sviluppare il nuovo sito web e con lungimiranza contatta il consulente SEO per farsi assistere nalla fase di progettazione del sito per non doversi accontentare di un sito “riparato” dal punto di vista SEO ma di un prodotto progettato e concepito per essere Search Engine Friendly sin dalla sua nascita. Questa è la soluzione ideale perchè il SEO ha la possibilità di offrire il meglio e di non scartare alcuna possibiltà. Quando si ha carta bianca è molto semplice progettare un sito web che possa competere alla grande per qualsiasi parola chiave o insieme di keywords.

Ottimizzazione di un sito web che non da risultati

seo 2 SEO (ottimizzazione per i motori di ricerca)L’azienda ha il proprio sito web online da qualche anno ma i risultati stentano ad arrivare. Leggendo in giro su blog e forum l’azienda si rende conto dei limiti tecnici e progettuali del proprio sito e decide di contattare una SEO Agency per correre ai ripari. Questa è una situazione molto comune ed in molti casi il numero di interventi da svolgere potrebbe quasi fare optare per un totale rifacimento del sito. In altri casi l’ottimizzazione SEO risulta estremamente banale e con poche ore di lavoro è possibile ridare vita ad un sito web che era completamente frenato da errori banali ma estremamente dannosi per il posizionamento sui motori di ricerca.
Ma il SEO non è solo un lavoro di tipo strettamente tecnico, è anche necessario avere una visione globale del settore di mercato in cui opera ogni singolo sito per capire dove dovrebbe essere esattamente collocato e quali possano essere i risultati che può ottenere.
La mia visione di questo argomento è semplice, il sito web del cliente non va stravolto e non va forzato solo per ottenere più visite. Mi spiego più in dettaglio… Spesso il cliente mi chiede “ma riuscirò a fare 5000 visitatori unici al giorno?” ed io mi trovo a rispondere, “No perchè le parole chiave del tuo settore sono ricercate solo 2000 volte al giorno e di certo non arriveranno tutti sul tuo sito web”. Dopo questa precisazione chiedo al cliente : “Ma ti interessano 2000 visitatori o 10 clienti?”, la risposta potete immaginarla. Il punto è questo, il SEO deve avere come obiettivo quello di valorizzare i punti di forza di un sito web e di raggiungere quegli utenti che possano favorire il business online del sito web.
Oltre ai discorsi legati alla tecnica, organizzazione dei contenuti, incremento delle visite, ritengo che il SEO debba prendere in considerazione altri aspetti fondamentali per portare il cliente al successo, aspetti che possono fare la differenza più dell’incremento dei visitatori:

Essere coerenti come risultato di ricerca

seo 3 SEO (ottimizzazione per i motori di ricerca)Se uscite ai primi posti con una parola chiave, molto probabilmente il vostro sito web parlerà degli argomenti che l’utente ha ricercato. Probabilmente farete molte visite con quella parola chiave ma se vi siete posizionati in maniera forzata (link building) o grazie ad un buon SEO Copywriting ma non offrite realmente il prodotto o servizio che l’utente cercava, le visite che riceverete non serviranno a nulla e sopratutto sarete scartati dall’utente quando rivedrà il nome del vostro sito nei risultati di ricerca. Se l’utente trova nelle vostre pagine quello che stava ricercando allora avrete fatto centro, non basta “aggirare” google solo per essere trovati, è necessario avere realmente quello che l’utente cercava.

Avere contenuti di qualità ed essere naturali

L’errore che fanno in tanti è quello di forzare i contenuti del proprio sito web per essere maggiormente visibili sui motori di ricerca a discapito dell’usabilità e dell’organizzazione naturale che desidererebbe trovare l’utente quando naviga il sito web. Ci sono molti modi per salire ai primi posti su Google e tra questi c’è anche la sovratematizzazione (scusate il neologismo) di alcune sezioni del sito. Ad esempio in molti pur di salire con una parola chiave scrivono decine e decine di varianti di articoli quasi identici e li raggruppano in una categoria del sito che ha come nome la parola chiave su cui vogliono salire. In molti casi il trucchetto funziona ma a quale prezzo? Una sola parola chiave non può cambiare le sorti di un sito web, la diversità di linguaggio delle persone fa si che lo stesso argomento possa essere ricercato con centinaia di parole chiave differenti, anche se magari la più comune è più ricercata, tutte le altre nella loro totalità la superano di gran lunga. In conclusione il mio approccio è per la qualità, è impensabile sporcare un sito web con tecniche che forzino la struttura del sito pur di ottenere visite se poi il risultato è quello di ottenere visitatori insoddisfatti e spaesati tra decine e decine di contenuti quasi identici.

Valorizzare i contenuti che si hanno a disposizione

Spesso il successo è dietro l’angolo ma non lo sapete, basterebbe un piccolo intervento mirato per far esplodere le visite del vostro sito web. A volte i clienti mi chiedono il posizionamento per determinate parole chiave. Dopo aver verificato le posizioni su Google faccio delle considerazioni al cliente cercado di fargli capire che magari ci sono decine e decine di altre parole chiave per le quali sono quasi in prima pagina e che con piccoli interventi potrebbero portargli migliaia di visite con il minimo sforzo. Questo è il mio approccio al SEO, se il cliente ha un sito web con miglia di pagine indicizzate non vedo alcun motivo per accanirsi su 3 o 4 pagine specifiche per avere traffico, ce ne sono a migliaia che potrebbero rendere molto di più semplicemente valorizzandole con piccole ottimizzazioni o con la link building. Oltretutto i siti web che basano il proprio traffico su poche parole chiave sono quelli che maggiormente ne risentono quando google applica i suoi aggiornamenti. Se crolla una keyword il sito diventa praticamente nullo. I siti posizionati con molte parole chiave minori non subiscono mai “danni” al cambio di algoritmi dei motori.
Ci sono tanti altri aspetti da curare durante l’ottimizzazione SEO ma quelli elencati sono a mio avviso alla base del successo di un sito web.
Sostanzialmente ritengo che sia inutile cercare disperatamente la visibilità se poi quando la ottieni quello che hai da far vedere non soddisfa gli standard di qualità richiesti dall’utente, sarebbe come dire “Accorrete in tanti, venite tutti a vedere come è scadente la qualità dei miei contenuti”, ci impiegereste tempo e denaro se poi il risultato fosse quello? Io no, motivo per cui ritengo che nel SEO vada inclusa anche un’attività di incremento della qualità del sito web.

fonte: ivanodibiasi.it

sabato 24 marzo 2012

Il presente e il futuro del Marketing B2B

Il presente e il futuro del Marketing B2B

L'Osservatorio sul Marketing B2B in Italia sottolinea l'importanza degli strumenti Social Media e dei servizi Mobile, evidenziando le competenze più richieste: CRM e Customer Analytics.

Social Media Marketing
I risultati dell’Osservatorio sul Marketing B2B – realizzato da CRIBIS D&B con AISM e presentato in occasione del 2° B2B Marketing Forum- mettono gli strumenti di relazione più tradizionali ai primi posti tra gli investimenti in marketing business-to-business, ma Social Media e serviziMobile rappresentano però il futuro.
La ricerca analizza i cambiamenti in atto nel Marketing B2B in Italia e rileva un crollo della pubblicità classica come strumento di marketing a causa dei costi elevati e di ROI spesso contenuti; emerge invece un chiaro successo del marketing relazionale, dell’engagement con eventi e del direct marketing (digitale e non).
Tra le voci che garantiscono un miglior ritorno degli investimenti:
  • convegni e workshop (31%)
  • fiere (27%)
  • public relations (20%)
  • direct marketing tradizionale (19%)
  • e-mail marketing (16%)
  • pubblicità non online (13%)
Tra le voci previste in maggiore crescitanei prossimi anni: Social Media, Mobile Marketing, Pubblicità Online, Search Engine Marketing  (SEM) e CRM.
Una tendenza confermata dallecompetenze ritenute più importanti per i prossimi 2-3 anni dagli operatori: tra tutti, spiccano CRM e customer analytics (per il 34% delle imprese) e reputation (33%), seguite da lead generation (23%), social media brand (22%), loyalty e awareness (20%).
Nel futuro del marketing B2B c’è comunque sempre più il Web 2.0; il classico sito aziendale appare uno strumento sempre efficace per le imprese, però gli strumenti di Social Media e Mobile appaiono un tassello sempre più importante e le imprese italiane non sembrano ancora averne ancora colto appieno le potenzialità.

FONTE: CRIBIS

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